Il gioco ha accompagnato la storia dell’uomo

Il re bianco abbatte il re nero degli scacchi

Oggi, la storia si impara giocando. La gamification, ovvero l’applicazione di elementi tipici del gioco a contesti non giocosi, sta diventando sempre più una cosa seria. L’elemento centrale è la competizione. Dall’eterna lotta fra vittoria e sconfitta scaturisce il piacere di imparare.

L’esperienza ludica viene arricchita dallo storytelling. La narrazione è il mezzo fondamentale per rappresentare il mondo. Raccontare la storia giocando, accresce la conoscenza di un territorio.

Nasce così il remote slow mob, un modo nuovo e divertente per scoprire un luogo, diventandone i protagonisti che si trasformano in VisitAttori. L’esperienza sensoriale crea un effetto di immedesimazione nei percorsi storici, naturalistici, enogastronomici.

Dado gigante sul ponte romano sul fiume Rubicone
Un momento del remote slow mob sul ponte romano di Savignano sul Rubicone

Il remote slow mob è un modo per valorizzare il potenziale storico-turistico di un luogo mediante il coinvolgimento diretto dei partecipanti. mutuate Ciò avviene attraverso l’utilizzo di tecniche mutuate dal mondo dei giochi (gamification) e applicate al marketing turistico.

Da sempre, l’azione di giocare coinvolge e diverte. È così che si crea uno stato mentale positivo verso il gioco in sé e i suoi significati, ma è soprattutto nella ricerca della gratificazione della vittoria (un punteggio, una ricompensa, una scoperta) che possono generarsi inedite traiettorie di conoscenza e di innamoramento di un territorio.